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Autostrada 3


di geniodirazza
23.11.2024    |    2.371    |    2 9.6
"Lascio al loro destino le due donne, che per la prima volta tremano all’idea di affrontare un territorio minato senza appoggi; appena rientro a casa, il mio..."
Il destino, che è spesso definito perfido, ironico, crudele, a seconda delle situazioni e dei protagonisti, anche in quell’occasione si diverte a giocare con le nostre vite; proprio mentre infuria la guerra tra me e la mia ormai ex moglie, mi arriva la proposta più ghiotta e straordinaria che potessi desiderare; una società internazionale mi incarica delle indagini preliminari per una bretella che unisca l’entroterra calabro alla zona costiera della statale e dell’autostrada.
E’ un incarico di grande responsabilità ed altamente remunerato, decidere il tracciato migliore; sono in molti ad avvertirmi che una nuova strada cambia il destino di un territorio; che il profilo che devo tracciare insiste su terreni sui quali dominano le diverse ‘famiglie’ e che sarà un problema evitare condizionamenti; l’importanza della sfida mi induce a maggior ragione ad accettare l’incarico; la fiducia di Lory e il suo invito ad affidarmi alla mia onestà nelle scelte, mi sono fondamentali.
La sede operativa della società committente è in una cittadina turistica assai rinomata, dove cinque anni prima abbiamo trascorso le fatidiche vacanze, io e mia moglie; ci vado, per una ricognizione sul territorio, e mi sistemo in un elegante albergo sulla strada costiera, a breve istanza dal villaggio dove Maria ha consumato il suo primo adulterio, almeno il primo documentato nei video di cui sono entrato in possesso.
Arrivo in mattinata presto, con un volo diretto, e mi sistemo in albergo; faccio un veloce giro nel territorio per rendermi conto della realtà e vado a pranzare, per una sorta di pellegrinaggio laico, nel ristorante del villaggio turistico dove ricordo di avere mangiato assai bene; anche se la direzione è cambiata, il livello è rimasto lo stesso; mi accingo a rientrare in albergo per riposare, quando mi rendo conto che il destino mi ha giocato un altro scherzo inaspettato.
Le due ‘cugine terribili’ hanno scelto, per la loro vacanza in Calabria, proprio quel villaggio; forse anche la mia ex moglie ha deciso una ‘rimpatriata’ ed ha convinto Ortensia a fermarsi proprio lì; le vedo andare verso la fila dei bungalow accompagnate da due giovani ‘bronzi calabresi’ di grande fascino e dalla figura aitante e salda che lascia intuire una buona dotazione ed esperienza da vendere nell’accalappiare signore vogliose.
Mi trovo a seguire la mia ex quasi con la libidinosa voglia di vederla all’opera; per fortuna, i bungalow hanno finestre che affacciano sul retro e riesco a rintracciare quella dove Maria si è appartata col suo ‘ganzo’; entrano in camera che già si baciano e si palpano; devo riconoscere che il ragazzo, avrà avuto poco più di vent’anni, ci sa fare assai; le sue mani corrono sul corpo di lei stimolandole una voglia che conosco assai bene.
In un attimo le sfila l’inutile pareo che non copre niente e fa cadere il reggiseno del costume facendo esplodere letteralmente i seni superbi e carnali che pastrugna con sapienti movimenti per andare ad artigliare i capezzoli; dalle reazioni del viso di lei è chiaro che la sta facendo godere molto; una sua mano è già sul sesso, dentro il pantaloncino, e tira fuori una sberla oltre i venti centimetri che prende a manipolare con una sapienza che non le ho mai visto usare.
Siede sul letto, abbassa il pantaloncino e imbocca la mazza; la lecca a lungo e con gusto, dai testicoli al meato urinario; impiega un tempo interminabile ad attraversare tutta la dimensione, mentre una mano freneticamente si agita nella vulva alla ricerca del suo piacere; verifico, e riprendo anche col telefonino, almeno due orgasmi forti, mentre succhia con gusto mai visto la mazza che infila tutta in gola fino a sfiorare con le labbra il pelo pubico di lui.
E’ in gamba, il giovane amante; la spinge schienata sul letto e si inginocchia fra le sue gambe; da il via ad un cunnilinguo stratosferico; sento i gemiti di lei e gli urli ad ogni orgasmo violento, tanti che smetto di contarli; dopo avere leccato l’ennesimo squirt che lei gli ha sparato sul viso, la fa girare carponi sul letto e, in piedi accanto al bordo, la infila a pecorina in vagina; lei lo incita, con gli occhi fuori dalle orbite, a spingere sempre più dentro la nodosa mazza che accoglie con libidine estrema.
Il partner sfila l’asta alla vagina e appoggia la cappella all’ano, senza lubrificazione; lei non batte ciglio ed accoglie la mazza nel retto finché i testicoli le picchiano sulla vulva; tra lui che spinge a morte contro il sedere e lei che gli urla di romperle tutto, non è facile stabilire chi copuli con chi; quando lui, con un urlo, si stringe col ventre contro le natiche di lei, si capisce con chiarezza che ha avuto un lungo orgasmo; gli spruzzi stimolano quelli di lei che urla ad ogni godimento.
Si distendono sul letto quasi per riposare, quando la porta si apre e lascia entrare l’altro giovanotto, che evidentemente fino a quel momento ha copulato con Ortensia; basta un cenno e si danno il cambio; il nuovo venuto sembra alquanto più delicato; monta sul letto e si distende subito sopra la mia ex, succhiandole i capezzoli e ravanando con una mano in vagina; lei si abbandona golosa al nuovo piacere e se lo tira addosso, afferra la verga e la porta alla vulva.
Il nuovo venuto la possiede immediatamente alla missionaria e vedo le mani di lei artigliare la schiena, fino a graffiarla nell’empito del piacere; il ragazzo è molto resistente e la pompa per una mezz’oretta senza eiaculare; quando si stacca sfilandosi dall’utero, lei prende a baciarlo su tutto il corpo, quasi con amore, ma sicuramente con una passione infinita; vanno avanti per più di un’ora e lui la possiede in tutti i buchi.
Stanco e nauseato dallo spettacolo, mi allontano, faccio il giro e mi vado a sedere su una sdraio di fronte al bungalow; quando i quattro escono, vedo Maria sbiancare.
“Gigi, che ci fai qui?”
Non le rispondo in aperto disprezzo.
“Allora, mi dici che cavolo ci fai qui?”
Mi rivolgo al ragazzo che l’ha posseduta per ultimo.
“Dica alla signora che la legge ci vieta di parlare, perché siamo in regime di separazione di fatto e in attesa della legalizzazione; la avverta che ho filmato la sua performance e che ora sarà anche più semplice divorziare.”
“Scusa, ma tu chi diavolo sei?”
“E’ il mio ex marito; non so cosa ci faccia qui … “
“Faccio il mio lavoro … “
“Spiarmi mentre copulo?”
“Dica alla signora che se mi rivolge ancora la parola, dovrà renderne conto al giudice …. “
“Allora te lo chiedo io, che non sono tua moglie. Perché ci spiavi?”
“Oh, la carissima Ortensia, le gemelle del sesso inseparabili. Io qui ci lavoro; se la sua apertissima cuginetta avesse mai avuto il buonsenso di occuparsi della casa, saprebbe che faccio l’ingegnere e che sono qui per la nuova bretella tra l’hinterland e la costa; delle vostre copule non me ne frega niente; l’utero è vostro e, a quel che mi risulta, lo gestite con moltissimi soci, quando, dove e come vi pare; non è un problema mio, ma l’avvocato saprà come usare questi eventi … “
Le lascio alle loro considerazioni e vado via; passo il pomeriggio ad incontrare persone; per la cena, decido di andare allo stesso ristorante, per la bontà del cibo, ma anche perché ho la sensazione che le avrei trovate ancora lì; cosa che puntualmente avviene; quando se ne accorge, il giovane amante di lei viene verso di me con aria aggressiva.
“Si può sapere che ci fai qui?”
“L’ingegnere è un nostro caro amico; è qui per i lavori alla bretella autostradale; la signora è la sua ex mogie; tu sparisci e aspettati quello che compete agli imbecilli che offendono gli amici.”
Ha parlato un tale sulla cinquantina comparso quasi dal nulla.
“Ragioniere, mi creda, io non sapevo; … ho visto una bella tardona, mi ha chiesto di fare sesso e non mi sono tirato indietro; … non volevo offendere nessuno, tanto meno le persone protette dalla famiglia … “
“Prega Iddio che ti conservi ancora il sesso; ho paura che pagherai cara la tu ignoranza … Ingegnere, sono il suo interlocutore per la faccenda dei lavori, ragioniere Bonaiuta, capo dell’ufficio amministrativo; sono a sua disposizione per la ricognizione che deve fare … “
Maria è allibita.
“Che diavolo significa tutto questo? Da quando hai amici in Calabria? Che storia è questa, della bretella?”
“Signora, per essere una professoressa, lei pecca molto sul piano della morale; ma le manca anche un poco di intuizione; non si deve essere casti né particolarmente intelligenti per capire che l’ingegnere suo marito in primo luogo non può rivolgerle la parola; che neppure lei dovrebbe farlo, visto che siete in tribunale per la separazione; che è qui per un lavoro adeguato alla sua qualità professionale, di cui lei evidentemente non si rende conto; che sarà una realizzazione di grande utilità al territorio e che molte persone influenti gli sono grate per quello che fa.”
“Mio dio, tu fai tutto questo?”
“Signora, ma da dove crede che piovano i soldi che lei sciupa in lusso e in amanti prezzolati? Dagli alberi? Il lavoro che il suo ex marito sta facendo frutta molto, ma è innanzitutto socialmente fondamentale e lo rende una persona di tutto rispetto; se lei sapesse cosa significa il rispetto in Calabria, non avrebbe commesso tutte le castronerie che sta accumulando per meritarsi una punizione terribile.”
“Maria, andiamocene; qui la situazione si fa delicata e pericolosa; l’hai fatta grossa anche stavolta. Perché hai voluto trascinarmi proprio qui? Il discorso di questo signore è ambiguo e mi fa temere per l’anno che dobbiamo trascorrere qui; ti rendi conto che abbiamo offeso un amico dei potenti del territorio?”
“Ti ricordi per caso chi ha innescato questo terremoto? Chi ha voluto dargli le prove del mio adulterio? Chi ha istigato tutte le cattiverie che gli ho combinato? Chi diceva che avrei vinto, alla distanza? Adesso sei ancora sicura del nostro trionfo?”
“No; mai avrei pensato ad una serie così maledetta di coincidenze, la Calabria, il villaggio turistico, la bretella autostradale … Parla con l’avvocato e cerca una scappatoia o qui finiamo male … “
Il ragioniere è di parola e mi accompagna nella ricognizione; lo avverto che non mi sarei fatto condizionare nella scelta; mi dice di agire secondo coscienza; ma sa già che la mia scelta sarebbe stata favorevole alla sua famiglia che controlla la zona abitata dove sarebbe passata la bretella risparmiando quella, più a monte, dove avrebbe distrutto boschi secolari; gli chiedo di ignorare l’arroganza del ragazzo e delle donne, ma commenta che le scelte non le fa né lui né io; competono ad altri.
Lascio al loro destino le due donne, che per la prima volta tremano all’idea di affrontare un territorio minato senza appoggi; appena rientro a casa, il mio legale mi avverte che mi è stato chiesto un nuovo incontro con l’avvocato della controparte; stavolta sono ancora più duro con Giancarlo, mio amico un tempo ed ora legale della mia ex; lo avverto che continua la vita sregolata di Maria e lo invito a chiudere la partita al più presto.
Sa che ho sorpreso lei con un nuovo giovane amante in situazioni scabrose, ma afferma anche che ci sono state larvate minacce contro di lei; mi chiede di intervenire a tutelarla; lo accuso di prestare fede a vaneggiamenti di una prostituta che passa le giornate a cercare sesso violento e che si inventa complotti mentre è lei che briga per fare quanto male può; lo invito a starmi lontano e a non tentare più nessun contatto se non quelli obbligatori per legge.
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E’ passato l’intero anno scolastico; io e Loredana viviamo insieme nella nostra casa e lei ha partorito il figlio che abbiamo voluto con tutto il nostro amore; c’è comunque nell’ambiente che frequentiamo una certa animosità nei miei confronti, in parte per l’invidia nemmeno nascosta contro il successo della progettazione e contro l’avvio dei lavori per la bretella stradale; in parte, perché alcune amiche della mia ex moglie hanno raccolto da lei notevoli lamentele per la difficoltà di un ambiente ostile.
Non è successo niente di concreto, in realtà; ma l’atteggiamento del personale scolastico, del corpo docente, degli studenti e persino della popolazione è tale da metterle continuamente in imbarazzo con riferimenti assidui ai motivi che le hanno portate in quelle scuole; come sempre, mi accusa di fomentare l’odio contro di lei; riesce addirittura a rendere credibili le sue lacrime, specialmente ad alcune amiche fidate, quelle che hanno scheletri nell’armadio.
Ma soprattutto ha fatto scalpore, ed è stato oggetto della massime lamentele di Maria, la notizia che, uno per uno, tutti gli amanti, coi quali lei ha costruito il palco di corna contro di me, sono stati vittime di sanguinose aggressioni che li hanno ridotti piuttosto male; l’opinione dominante è che io abbia rapporti con gente di malaffare che ha perpetrato una vendetta contro chi mi ha offeso; l’unica volta che uno stupido lo dice ad alta voce, il padrone di casa, giudice, lo sbatte fuori perché calunniatore.
Cerca di parlarmene, in un salotto, con tono ipocritamente amichevole, il legale della mia ex; gli suggerisco di consigliare alla sua cliente che non c’è nessuna mia vendetta ma che la decisione è del potere alternativo, forte sul territorio di punire certi gesti contrari alla sua etica; contro quella scelta nessuno può fare niente; la reazione di Maria è di quelle che producono frane inarrestabili; pochi giorni dopo, il ragioniere mi avverte che è diventata amica di uno della famiglia avversaria.
Sono costretto ad avvertirlo che certamente cercherà di tentare qualcosa contro di me e, quindi, contro il mio lavoro in Calabria; mi chiede come deve comportarsi.
“Caro ragioniere, io sono ingegnere e progetto strade; lei deve far quadrare i conti; li saldi come ritiene opportuno e presenti i bilanci a chi controlla.”
Il ciclone comincia presto, con un assalto ad un cantiere della bretella, che avvia la lotta sul territorio; se ne discute amenamente in un salotto in cui sono stato ‘costretto’ a rendere omaggio ai padroni di casa; il più caustico è il mio ex amico avvocato che non lesina aspri commenti alle condizioni del territorio dove le faide sono pane quotidiano; si dichiara convinto che si tratta di una lotta tra famiglie e non di una lotta ‘ad personam’; il riferimento a Maria è chiaro.
“Egregio avvocato, se è una lotta per il controllo del territorio, i problemi sono interni e non ci toccano; se è un attacco personale, ricordi che le faide non risparmiano nessuno, familiari, amici, protettori e conoscenti; io mi auguro che sia una lotta di potere e si chiuda in poco tempo; se sono entrati in gioco gli odi personali, la faida sarà vasta, pericolosa e raggiungerà persone e luoghi che non immaginiamo.”
Mi guarda impressionato; sa che Maria ha simpatia per la famiglia ostile a me e che la guerra mira a distruggere me e il mio lavoro; solo adesso capisce che le diramazioni delle ‘ndrine possono arrivare alla nostra città e che, in una faida personale, lui non sarebbe esente da pericoli; mi guarda spaventato, non sa cosa dire e cerca di avvicinarmi, forse per ottenere più informazioni; mi fiondo nella marea di commenti a vanvera e lo ignoro.
Ormai lo sviluppo della vicenda della strada da me progettata ha affascinato tutta la cerchia dei conoscenti; ogni giorno arrivano notizie fresche di commenti che vengono soprattutto da Maria e da Ortensia; la mia ex moglie fa sapere con gioia che i lavori sono stati fermati perché gli operai sono stati minacciati; la costruzione della strada sembra bloccata e lei si aspetta che venga rimesso in discussione il progetto; l’amica informata gode anche lei a dire che forse non ne sarò più autore.
Giancarlo ne approfitta per prendermi in disparte e farmi sapere che ha abbandonato la difesa della mia ex moglie; sa per certo che a guidare l’azione contro la strada è un uomo che lei ammira e che, dietro la lotta di potere, si cela anche un suo desiderio di vendetta; teme che, in una riscossa della famiglia Bonaiuta, lui possa essere travolto dalla vendetta; per questo, ha mollato l’incarico e spera, se la situazione dovesse precipitare, in un mio intervento per non essere messo nel libro nero.
Non so cosa rispondergli, perché davvero non ho nessuna notizia né idea; l’unica cosa che potrei contestargli è la tenacia con cui ha difeso il libertinaggio di Maria; mi rendo conto però che cercava il fare il suo mestiere al meglio; ora che la questione è ben altra da corna e divorzio, capisco che la paura lo prenda e che sia travolto anche lui dagli eccessi e dagli equivoci di interpretazione dell’idea di libertà che hanno mosso la mia ex; ma non posso aiutare né lui né la sua ex cliente.
La prima aggressione viene assorbita e i Bonaiuta fanno riaprire i cantieri e riprendere i lavori con la protezione di un autentico esercito privato; ma la convinzione che l’assalto iniziale troverà una risposta forte e decisa è nella testa di tutti e si resta, da spettatori, ad attendere gli sviluppi, che purtroppo non tardano; un attentato proditorio coglie di sorpresa alcuni familiari dei Tartaglione e la prima strage conta tre morti; tutti sanno che è solo l’inizio, che quella strada si costruirà sul sangue.
Ben presto, infatti, il sangue comincia a scorrere e Maria ha decisamente paura; la sua posizione ambigua, di ex mia moglie, per una famiglia, e di simpatizzante degli avversari, per l’altra, la pone perennemente tra due fuochi; continua a tempestare di telefonate Giancarlo implorandolo e supplicando di convincermi a tirarla fuori dalle rogne, in qualunque modo possibile; lui cerca di evitare il cedimento totale, ma alla fine è costretto, anche dalle pressioni degli amici, a parlarmi.
Furbescamente, lo fa a casa nostra, davanti a Loredana, certo che, come puntualmente avviene, lei sia assai più bendisposta nei confronti di quella che non sente più come avversaria ma solo come un’amica in difficoltà; è la mia compagna infatti a chiedermi di usare tutto il mio prestigio presso certi personaggi per fare in modo che le due amiche, Ortensia e Maria, possano prendere un aereo che le riporti a casa; Giancarlo si inventerà l’iter burocratico per metterle in congedo per tutto l’anno.
Le cose procedono per il meglio; le due professoresse vengono fatte venire via, con la benedizione della famiglia dominante, e sono presto a casa; una richiesta di aspettativa per aggiornamenti le terrà lontane dal servizio per un altro anno; poi l’avvocato brigherà per ottenere il trasferimento alla sede iniziale, vale a dire il liceo cittadino; si pongono non pochi problemi strategici perché Ortensia ha mantenuto l’appartamento che abitava prima della partenza, ma Maria non ha un alloggio.
Loredana mi prende in disparte e mi ‘obbliga’ a mettere a disposizione della mia ex moglie il suo miniappartamento, almeno finché non trovi una sistemazione dignitosa; adattandosi agli spazi ridotti, potrà avere una vita per lo meno accettabile; continuando a fare la buona samaritana, la mia compagna fa presente che l’aspettativa a stipendio zero mette in grave difficoltà la mia ex e che qualunque giudice mi imporrebbe di mantenerla per la conclamata impossibilità di provvedere a se stessa.
Sono rabbioso con tutte e due, l’una perché la sua mentalità contorta e distorta scarica su di me errori infantili; l’altra, perché la sua eccessiva bontà mi impone di accettare corna e conseguenze senza poter nemmeno muovere un rimprovero; per Loredana, quelli che la coscienza impone a Maria sono abbastanza pesanti per punirla adeguatamente; non posso dimostrare il contrario e devo accettare il suo punto di vista.
Siamo in qualche modo alla ‘resa dei conti’, lunghi e salati, per tutto quello che in poco più di un anno è successo, ma che ha radici antiche; mentre io e Loredana siamo totalmente presi dal bambino e dalle sue necessità, Maria se ne sta seduta al tavolo di cucina, meditando forse sugli errori commessi; la ‘sparata’ ci coglie decisamente alla sprovvista.
“Che mi rispondereste se vi proponessi di tenermi qui, nella casa che ora è vostra? Loredana potrebbe riprendere il suo posto al lavoro, se ci fossi io ad occuparmi del bambino … Lo so che sto dicendo una delle mie assurdità, ma molte cose sono successe che hanno cambiato le prospettive; oggi so che devo affidarmi a qualcuno; e più di voi non riesco a vedere amici sinceri e affidabili; non inciderà sulla pratica di separazione e di divorzio. Mi adottereste, in pratica?”
Io sono decisamente sconvolto da un tanto repentino cambio di atteggiamento; Loredana invece sembra quasi assentire; non riesco ad articolare parola, tanto mi ha spiazzato la proposta; non so se considerarla un’altra follia della mia ex, che non ne ha fatto poche da quando la conosco; se temere che sia anche questo un tentativo per colpirmi alle spalle e farmi ancora del male, addirittura negli affetti più cari; o se considerarla sul serio una richiesta di aiuto.
Loredana non ha dubbi e parte subito all’approfondimento; chiede a Maria cosa sia successo per farle cambiare di colpo atteggiamento; lei le spiega che la morte vista così da vicino col terrore di rimanere uccisa, l’odore del sangue, le esplosioni, tutto quello che ha vissuto negli ultimi mesi di soggiorno in Calabria l’hanno profondamente scossa ed ha rivisto tutta la sua vita; quello che un tempo le appariva da sogno, ora è una quotidianità serena, equilibrata, di affetti e di dolcezza.
In un lampo, si è resa conto di avere sprecato tutta una vita, persa dietro un’idea di libertà che si è rivelata libertinaggio, immoralità, perversione; ha capito di colpo che l’amore è stato il grande assente della sua vita; neanche di me è stata mai veramente innamorata, io sono stato il ‘partito sicuro’, l’uomo che poteva garantirle sicurezza economica e, quindi, anche autonomia e possibilità di disporre di se stessa.
La rivelazione in parte mi sconvolge; esasperato, le chiedo che cosa voglia adesso da me, dopo le mortificazioni impostemi, compresa quest’ultima rivelazione.
“Gigi, se ce la fai, perdonami; le mie colpe sono state quelle di una ragazza senza personalità che si è attaccata a suggerimenti esterni per costruirsi una vita di eccessi e di imbecillità; dopo avere sfiorato la morte, sento il bisogno di sentire intorno a me qualcosa di vivo, di autentico, di pulito; voi siete tutto questo, tu la tua compagna e vostro figlio, una famiglia vera, strutturata, senza bisogno di certificati; ti chiedo solo di lasciarmi sfiorare questo cerchio magico, di stare ad ammirarvi.
“Guarda che la vita non è una recita; non sono disposto ad esibirmi per una ragazzina spaesata … “
“Gigi, non bestemmiare; questa donna che hai vissuto per anni come compagna, con tutti gli equivoci che vuoi, per la prima volta parla chiaro e ti dice che cerca, innanzitutto, amicizia; io sono pronta a diventare davvero sua amica, se lei saprà ricambiare l’affetto con la stessa intensità; lei vuole recuperare l’amore materno, attraverso nostro figlio; io sono pronta ad affidarglielo, se saprà viverlo come suo e costruirsi un centro su cui far ruotare la sua vita.
Vi siete scannati abbastanza; è tempo di percorrere altre vie; non escludo che, tra le altre cose, impari anche a recuperare l’amore, spero non per te che sei mio ormai, e che possa ricostruire la felicità in cui si è agitata senza riuscire a coglierne il senso.”
“Gigi, non voglio rubare niente a nessuno; se non ti va di avermi tra i piedi, posso vivere nel mini che hai detto, ma vorrei avere la vostra amicizia e costruirmi l’amore di vostro figlio; ti costa tanto pazientare per vedere se funziona?”
“No; mi fa anche piacere l’idea che, almeno in parte e con ritardo, io possa avere tra i piedi la donna che avevo sognato ma che esisteva solo nei miei vaneggiamenti; spero solo che non me ne farai pentire; non avrei pietà, in quel caso!”
Hanno bussato e Loredana va ad aprire ad Ortensia che esordisce con la solita aggressività contro di me; la risposta di Maria spiazza tutti; un colpo violento sulla guancia con la borsa la sbatte giù dalla sedia.
“Troia, hai finito di plagiarmi; mi hai distrutto la vita, da quando eri una ragazzina traviata e mi svendevi ai tuoi compagni di bagordi imbonendomi con discorsi assurdi di libertà, fino alla realtà che volevi rendere mio marito schiavo alle tue perversioni come hai fatto col povero Giovanni che ha pagato tutto mentre tu te la sei cavata con la mia complicità; ho capito che sei ignobile e troia dentro, che hai perseguito il tuo desiderio di annientare la mia serenità e di avere Gigi ai tuoi piedi.
Adesso la misura è piena e ti giuro che, se non sparisci dalle nostre vite, quello che hanno fatto a Giovanni ti apparirà dolcissimo rispetto a quello che farò fare a te, a costo di prostituirmi ad uno di quei malavitosi che hai coccolato e raggirato come sai fare solo tu. Vattene e non comparire più sul nostro orizzonte o saranno guai per te.”
“Maria stai dicendo che è stata lei a plagiarti, da quando non ancora eri sposata con Gigi?”
“Sì, Lory; il mio problema è la mancanza di autostima; mi ha raggirato, concupito e costretta a fare le peggio cose per realizzare, attraverso di me, le sue perversioni; lei se ne stava a guardare mentre caproni amici suoi mi sfondavano, mentre mi comportavo da adultera con mio marito che mi aveva indotto a non amare perché troppo potente … basta, vattene vattene VATTENE!!!!!”
“Ortensia, esci da questa casa e non sfiorarla più nemmeno con lo sguardo; ho buoni amici, lo sai; sarò io a trasmettere l’ordine di fare quel che Maria ha minacciato; Lory, se credi che la tua amicizia può fare bene alla mia ex, io sono d’accordo; anche io imparerò ad esserti amico e a cancellare gli errori; se vuoi frequentare questa casa e prenderti cura di nostro figlio, sei la benvenuta; nonostante tutto, sei stata mia moglie per dieci anni e io ti amavo, sul serio, anche se tu mi hai fatto solo male.”
“Vi ringrazio; ci proverò e voglio riuscirci, stavolta; so di essere più forte di come mi comportavo; Lory, non cercherò mai di rubarti l’uomo che ami; ma se l’amore che non ho saputo cogliere saltasse fuori sarò l’amante clandestina, la terza donna, quella della terza piazza; non te la prendere; non è un membro di qualche centimetro a determinare il rapporto; sono ben altre cose l’intesa, l’amicizia, il rispetto e l’armonia; quelli ce l’hai e sono il vostro patrimonio vero.”
Ci pensiamo ancora, a quel pomeriggio a casa nostra, mentre, un anno dopo, il bambino annega nei giocattoli sparsi sul tappeto ai piedi del letto ed io mi devo barcamenare tra due donne amate ed eccitate che non mi danno requie; finora ce la faccio a tenere testa a due Erinni; ma più avanti negli anni?
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